Architettura e design. Le Corbusier.
“Fare un’architettura è come fare una creatura: essere riempito, riempirsi, esplodere, esultare, restando freddi in mezzo a circostanze complesse, diventare un cane contento.”
(Le Corbusier, 1955)
Charles-Edouard Jeanneret, conosciuto con il più famoso pseudonimo di Le Corbusier, è certamente la figura di maggior spicco nell’articolato panorama dell’architettura del XX secolo. Abile nel costruire il proprio mito, ha esercitato un’influenza straordinaria sulle generazioni che gli sono succedute.
Nato nel 1887, l’uomo che influenzò la storia dell’architettura, riconosciuto come il padre del Movimento Moderno, morì a 78 anni nella sua amata Costa Azzurra, nuotando in mare e vicino al suo Cabanon, un piccolo bungalow situato a Roquebrune-Cap Martin in cui passava gran parte dell’anno insieme alla moglie. Autodidatta, non conseguì mai una laurea in architettura e nella sua carta d’identità alla voce professione riportava homme de lettres. La sua formazione nasce sulle arti decorative più che sull’architettura e design.
Dopo gli studi intraprese un lungo viaggio che lo portò in Italia, Ungheria e Austria, sino a raggiungere la Francia, Lione e Parigi. Incontri con artisti e progettisti, lavoro temporaneo di designer, studi sulle arti decorative, caratterizzano questo fervido periodo. Nel 1912 matura l’idea di trasferirsi in Germania, per un breve periodo per poi spostarsi prima in Turchia, ad Istanbul e poi in Grecia. Atene è tappa importante per il suo pensiero architettonico. A Parigi apre il primo studio professionale, periodo al quale appartengono gli studi sulla maison Citrohan, immaginata come prototipo d’abitazione da riprodurre in serie (esattamente come l’automobile da cui prende il nome) grazie all’uso del calcestruzzo armato di cui diverrà un pioniere. La costruzione della Villa Savoy a Poissy nel 1929 è la dimostrazione reale dei vantaggi offerti dal cemento armato, materiale che permette l’applicazione di cinque principi, conosciuti come i cinque punti della nuova architettura, fulcro della nuova rivoluzione architettonica.
Protagonista e destinatario dei progetti di Le Corbusier è l’uomo. L’uomo al centro di tutto, idealmente un uomo che con il braccio alzato raggiunge i 226 centimetri d’altezza, ossia il Modulor, l’unità progettuale che si pone in posizione rivoluzionaria rispetto al canone quattrocentesco di Francesco di Giorgio Martini, in cui l’uomo è proporzionato entro la base di una chiesa a croce latina, e all’uomo vitruviano di Da Vinci, idealmente contenuto in un quadrato e in un cerchio. La prospettiva si ribalta: non è più l’uomo a doversi inserire in uno spazio ma è lo spazio che deve inserirsi nell’uomo. La casa non è semplicemente un guscio protettivo, la casa non è solo un letto per dormire o uno spazio per mangiare. Casa è ritrovare l’armonia, uno spazio consono alla grandezza del corpo e dei pensieri. (Fonti varie su web).
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