La storia del design inizia quando il progettare diventa momento essenziale nel quale individuo e società possono riconoscersi, nella domanda, nella produzione e nell’uso, spesso quotidiano, di oggetti che rispondono a comportamenti, riti e bisogni condivisi. Nel 1954 Alberto Rosselli lancia il primo numero di “Stile Industria” con queste parole: “nei secoli passati, quando la produzione era affidata all’opera e alle capacità di un artigiano che riassumeva nel proprio lavoro l’esperienza di tecnico e allo stesso tempo di artista, il risultato rappresentava perfettamente questa unità e forniva l’esempio di un’ammirevole rispondenza fra tecnica e arte, fra unità e bellezza. Noi oggi guardiamo a queste opere come a opere d’arte dimenticando che la realtà era quella di una produzione comune, una produzione di serie conclusa nei limiti e nelle possibilità della tecnica e dei mercati di quei tempi. La coerenza e la bellezza di quei prodotti hanno portato a considerare oggi eccezione ciò che allora era invece una norma e a sopravvalutare il valore e il significato di quegli oggetti, dimenticandone persino la sostanza pratica”. Gli artigiani potevano ancora, mentre erano alle prese con il materiale, apportare eventuali modifiche all’oggetto in lavorazione, azione non più fattibile nell’industria. Con le lavorazioni industriali si aveva bisogno di un disegno, di uno schizzo. Era necessario insomma che qualcuno fosse in grado di pensare, disegnare e rendere visibile l’immagine dell’articolo da fabbricare, prima ancora che cominciasse la lavorazione. A questa capacità venne dato, più tardi, il nome di design. Ancora più evidente quando si comincerà a parlare di industrial design, dove il design appunto è chiamato a risolvere la riconduzione all’uomo delle tecnologie più avanzate affinchè non risultino orpelli decorativi, funzioni parassitarie, a danno del processo evolutivo del manufatto stesso. Oltre a demarcare la differenza tra arte, tecnologia e design si assegna al design stesso il destino di concepire e realizzare prodotti, oggetti, arredi, automobili, progettati per convivere con l’umanità.

(fonte: elaborazione su scritti di A. Rosselli, A. Morello, G. Argan)

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